martedì 10 febbraio 2009

4. La Cura

Data la promozione appena avvenuta non si rendeva necessario sprecare il giorno a lavorare. Era ancora mattina e avrei occupato l'intera giornata a fare altro. Scesi rapidamente le scale che portavano al giardino, mi avvicinai ad una panchina e mi sedetti. Mi accesi una sigaretta e aspettai qualche minuto, prima di dirigermi verso il centro.

Una delle mie poche passioni è la musica corale. Penso di essere stato in ogni singola parrocchia della città. Non sono un credente, anche se rispetto il culto altrui, ma ritengo le chiese un posto conciliante e tranquillo, dove recarsi per riorganizzare le idee. Da bambino i miei genitori non erano soliti impormi nulla, così fu solo una questione di tempo il mio definitivo allontanamento dalla fede; non ho però mai potuto fare a meno di apprezzare la musica che sono soliti insegnare. Quando ho un'ora libera spesso mi reco ad ascoltare le prove dei vari cori di ogni parrocchia. Dopo aver scartato quelli solo incentrati su pezzi liturgici o religiosi e quelli davvero incapaci, sono diventato sporadico frequentatore di alcune parrocchie. Non parlo mai con nessuno, mi siedo lontano da tutti e ascolto. Di solito siamo in pochi, e ci riconosciamo a vicenda: la nonna che porta la nipote alle prove, il credente intransigente che ormai è in pensione, la fidanzata di uno dei ragazzi del coro. Attendo la fine della prova e me ne vado, torno al lavoro o a casa e mi immergo nuovamente nella mia vita quotidiana.

Finita la sigaretta ormai c'era solo da uscire dal cancello principale e recarsi a San Metodio. Dopo aver camminato per una decina di minuti entrai finalmente nella chiesa, il coro aveva già cominciato a cantare. 
Dopo pochi passi mi fermai, c'era una voce nuova.