giovedì 22 settembre 2011

7. Razzi Arpia Inferno & Fiamme

Dopo aver guardato per alcune ore la piantina di una casa che non è la mia, aver analizzato con minuzia le pareti, le finestre da cui dovrebbe filtrare la luce di prima mattina e l'intralcio che i soprammobili potevano causarmi, decisi che era ora di muoversi.
Erano le 19 meno qualche minuto quando, uscito dalla porta che delimita il mio ufficio, mi recai a fare un giro nell'open space.
Nessuno che guardava altro che il proprio computer, i più alti gerarchi facevano un saluto breve, tutti presi nel fingere di essere indaffarati.
Trovata la postazione di Neòs gli misi una mano sulla spalla:
- Chiudi tutto e andiamo.
Mentre usciva con me tutto l'ufficio lo guardava. Un misto di invidia e paura era sulle facce di quelli a cui passavamo a fianco, un po' come quando si guarda qualcuno paracadutarsi nel vuoto.
Il ragazzo era un po' teso e confuso. Seppur fino ad allora non mi avesse dato l'idea di una persona loquace, cercò in tutti i modi di evitare l'imbarazzo di una discesa in ascensore in puro silenzio.
- Dove andiamo stasera? Chi sono i clienti?
Lo guardai cercando di tranquillizzarlo.
- Non ci sono clienti, ti porto fuori a cena per parlarti di un progetto interno.
Questa risposta lo tenne buono per circa 10 minuti. In auto, sul sedile del passeggero, decise di interrompere lo speaker della radio.
- Non vorrei sembrarle troppo curioso, ma di che si tratta?
- Tu sai cosa facciamo noi in azienda, no?
- Investimenti finanziari e recupero crediti.

Almeno era preparato.

- Ti sei mai chiesto come facciamo a recuperare i crediti per i nostri clienti?
- Normalmente mandiamo avvocati e...
- No, intendo: quando il soggetto non vuole proprio pagare.
- Gli facciamo causa.
- Esattamente. A cena ti parlerò di come facciamo a vincerle queste cause e a estinguere i debiti dei debitori.
Alzai il volume della radio e cercai di godermi gli altri 5 minuti che ci separavano dalla meta prefissata.
Il parcheggio era vuoto, e non passava gente nel raggio di centinaia di metri, forse chilometri.
- Siamo arrivati, scendi.
- Posto tranquillo qui.
La faccia del ragazzo si faceva bianca e sudava freddo ormai da qualche minuto. Non si vedevano molti ristoranti. A dire la verità tutte le volte che ci venivo mi chiedevo sempre la stessa cosa, a chi servisse un parcheggio immerso nel niente.

- Senti, i saggi hanno analizzato tutti i profili psicologici dei nostri impiegati, e tu risulti affidabile come partner per i nostri lavori. In caso tu non voglia accettare la proposta che ti sto per fare ci saranno due scenari possibili, che dipendono esclusivamente dalle tue azioni. Il primo: continui il tuo lavoro ed entro 6 mesi cambi azienda; se non parlerai con nessuno di stasera potrai continuare tranquillamente la tua vita altrove. Secondo scenario: ne parli con chiunque; vieni terminato, nel senso più esteso del termine.
- Dottore, ma cosa sta dicendo?
Con gli occhi sbarrati si guarda intorno. Potrebbe fuggire il ragazzo, ma è abbastanza intelligente da capire che se qualcuno ti dice queste cose ha con sè una pistola ed è pronto a freddarti. Almeno mi risparmia la fatica di mostrargli la Beretta.
Resta lì a guardarmi e aspetta che scopra l'ultima carta.
- Ci sono persone che hanno fatto debiti incredibili, non giustificabili. Hanno truffato banche o altri enti, spesso solo per arricchirsi, non per reali necessità. Questi creditori truffati vengono da noi e ci chiedono di recuperare i soldi nel minor tempo possibile. Quello che facciamo noi è sfruttare una piccola clausola nei contratti precedentemente stipulati tra le parti: in caso di morte del debitore, se non è possibile per i familiari estinguere immediatamente i debiti accumulati, il creditore può rifarsi immediatamente su tutti i beni del defunto per estinguere il debito.

Il ragazzo è lì attonito, che ascolta, quasi estasiato dalla freddezza con cui riesco a dirgli che, in fondo, è tutto così semplice. Ha capito bene.

- Ma nessuno ha mai scoperto niente?
- A chi conviene indagare sulle principali banche e assicurazioni? E chi c'ha provato ha fatto una brutta fine.
- Io non ho nessuna intenzione di fare niente del genere!

La tipica reazione istintiva che andrebbe evitata sul posto di lavoro.

- D'accordo, comincia a cercare un altro lavoro. Non avrai difficoltà, abbiamo buone conoscenze, vedrai. Adesso torna in macchina.
- Ma come fa a fidarsi di me? Io potrei raccontare tutto alla polizia e sarebbe impossibile insabbiare tutto!
- Saresti morto massimo un'ora dopo, non potresti confermare niente. E chi ha ascoltato la telefonata, beh, farebbe la stessa fine. Abbiamo appoggi in polizia. E in politica. E ovunque. C'è tanta gente che ci deve almeno un favore, che andrebbe a fondo con noi.
- Non intendo risalire in macchina! Non mi farò ammazzare così!
- Non dire idiozie, non ammazzo gente che porto fuori a cena. O almeno non nella stessa sera.

In realtà è falso. Dall'altra parte della città ci sono due nostri sosia che stanno mangiando in un ristorante. Ci sono telefonate con voci registrate, e altre prove per un alibi di ferro. Se necessario posso ammazzare anche chi porto fuori a cena, anche se mi rovina l'appetito.

- Senti ragazzo, io non ho tempo da perdere, stasera devo compiere un lavoro. Se non vuoi venire va bene, ma c'è un tale che sicuramente non si deve svegliare domani mattina. E all'alba manca sempre meno...
- Siete completamente pazzi! Niente giustifica una cosa del genere! Non potete ammazzare la gente così!
- Beh, sono certo che il Sig. Ferretti la pensa come te. Infatti lui dopo aver truffato l'assicurazione, appiccando il fuoco al suo locale, dorme sereno. Ha visto morire 7 persone, tra cui i tuoi genitori, in quell'incendio, ma se ne frega. Anzi, probabilmente quei morti facevano parte del piano; è grazie a loro che ha incassato di più. Ferretti ogni sera dorme sereno, e tutte le mattine si sveglia presto per andare al lavoro. Ha reinvestito tutti quei soldi in un night club dove passa l'eroina di peggiore qualità della città. E sai chi la usa? Spesso ragazzini, i più facili a cui smerciarla.

A giudicare da come si morde le labbra il ragazzo, il discorso ora si è spostato su un altro piano.

- Non è tutto così bianco o nero, ragazzo. Non facciamo fuori i poveretti. Facciamo fuori chi se lo merita. E che tu lo voglia ammettere o no, là fuori è pieno di gente che se lo merita.

Il ragazzo ci pensa, mi guarda. Lascia uscire per qualche secondo una voce fredda e decisa.
- Non voglio fare niente, voglio solo vederlo. Poi lei mi lascerà in pace per sempre, ok?
- Ok. Sali in macchina. Ceneremo dopo.