domenica 30 novembre 2008

3. The Queen Is Dead

La porta è in vetro opaco, scatta la fotocellula e si apre. Entro e trovo una luce soffusa, al tavolo siedono i tre uomini che hanno deciso tutto o quasi all'interno di quest'azienda. 

- Signori, volevate vedermi?
- E' come al solito sicuro di sè, Stasis. In ogni caso penso sia già a conoscenza del motivo che ci ha spinti a convocarla qui.

Li guardo uno ad uno, Metriotes, Sophrosyne, Epistème. In questo preciso ordine mi espongono il problema.

- Come certamente saprà, la situazione del progetto Agape non è delle più rosee. Negli ultimi due anni abbiamo dovuto creare diversivi sempre più costosi per non essere scoperti e la cosa potrebbe non essere più praticabile nel prossimo futuro.
- Abbiamo pensato a lei poichè è la persona più adatta a detenere il comando del progetto. Lei è freddo, riflessivo, prudente. Ogni nuova azione collegata al progetto non dovrà lasciare la minima traccia, dobbiamo agire con cautela. Non possiamo più permetterci sbavature.
- Lei sembra l'unico in questa società in grado di prevedere con buona affidabilità il divenire di ogni azione. La polizia, i media e l'intera popolazione devono essere tenuti all'oscuro di tutto questo. Ha già salvato il progetto l'ultima volta, per questo la riteniamo la persona più adatta per portarlo avanti.

E' evidente il riferimento al compianto Mazetes, precedente comandante del progetto. I saggi lo scelsero fiduciosi ma, la sua scarsa abilità di pianificazione venne subito allo scoperto, condannandolo ad una mesta uscita di scena.

- Lei Stasis, si è reso da subito utile all'organizzazione, da prima portando a termine alcune tra le missioni più esemplari, e in seguito liberandoci in maniera impeccabile di Mazetes.
- Le chiediamo di continuare con il suo modus operandi e di proseguire il progetto in sicurezza ed efficacia.
- Non si dimentichi che per noi il progetto Agape ricopre un ruolo centrale. Ogni sua azione si ripercuoterà su tutta l'azienda. Le verranno comunicati a tempo debito i primi obiettivi. Ora può andare.

Li guardo di nuovo, accenno un mezzo sorriso. 

- Vi ringrazio per la responsabilità che mi è stata data. Non vi deluderò.

Mentre cammino per il corridoio, lancio un'occhiata alla segretaria, lei sorride ma non ho intenzione di fermarmi, è un periodo in cui non dovrei avere distrazioni.
Non dovrò assolutamente ripetere gli errori di Mazetes. Nell'ultimo periodo della sua vita, si era persino ridotto a pagare due poliziotti e un paio di giornalisti per insabbiare tutta la vicenda. Pagare? Mi domando tuttora cosa gli passasse per la testa. Per fortuna durante lo scambio ero presente anche io. Chissà se stanno ancora cercando quei cinque cadaveri...